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Fumo passivo. Si tratta di buon costume, non di salute
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Medicare? di Giuseppe Parisi
1 gennaio 2005 0:00
 
Tra pochissimi giorni, ci sara' il divieto assoluto di fumare nei luoghi pubblici, ristoranti compresi. Il 10 Gennaio entrera' in vigore la legge che sancisce divieto  assoluto del fumo in aree pubbliche.
In questi giorni che precederanno l'entrata in vigore della Legge, vedremo ancora polveroni , alimentati  dai ristoratori, e  quindi dalla Confesercenti e dalla Confcommercio. Essi rivendicano uno slittamento-proroga, ma dimenticano che hanno avuto ben un intero anno durante il quale nulla hanno fatto, come nulla farebbero se questa proroga ci fosse.
La Legge aveva preso inizio nel suo difficile e lento iter con il ministro Umberto Veronesi, medico, continuando con il ministro Girolamo Sirchia, medico.
Come mai negli anni passati tanti ministri non avevano fatto tanto?
E' possibile che sia stata la sensibilita' medica a far "muovere" tale normativa?
Essendo un non-fumatore non sopporto i luoghi dove vi fuma. Da avversario del fumo passivo, tempo addietro, avevo personalmente diffidato l'azienda Trenitalia, a vigilare sul comportamento dei viaggiatori fumatori, nonche' dei controllori sui treni, avvertendoli di verificare sul rispetto delle leggi in materia di fumo passivo, male rispettate dalla medesima azienda, e mal applicate.
Cosa accadra' il 10 Gennaio?
E' probabile che la toilette diventi luogo di fumo, e in mancanza di  un buon sistema di aerazione, la stessa diverra' camera a gas. E se cosi' sara', lo faremo presente al ministro Sirchia perche' obblighi l'azienda a permettere controlli e verifiche, attivando (come sugli aerei) sistemi di segnalazione anti-fumo. Poco importa se tutto questo creerebbe oneri passivi alla medesima azienda.
La problematica del fumo in aree pubbliche va considerata diversamente.
Vediamo come.
Lo scorso ottobre 2004, per conto dell'Aduc ho fatto un'audizione parlamentare sulla correlazione tra fumo di sigaretta e cancro alla mammella, in una visione comunicativa, per una efficace divulgazione preventiva. Nell'audizione davanti alla commissione Igiene e Sanita' del Senato,  ho esposto il mio consiglio ai senatori relatori e al vice-presidente della medesima commissione, su come poteva essere attivata la comunicazione per renderla efficace, tanto da convincere le persone a smettere di fumare, anche alla luce di nuove acquisizioni scientifiche (mai visionate da me) quali il fumo che sarebbe causa anche di cancro alla mammella. In quella sede ho approfittato di quanto mi competeva, e nei 10 minuti concessomi ho espresso tutti i miei dubbi sulla natura cancerogena della sigaretta, nonche' la perplessita' sulle relazioni tra fumo di sigaretta e cancro alla mammella. Mi sono soffermato sulla necessita' di non "gestire" l'informazione con la solita metodologia a base di terrorismo  mediatico, proibizionismo, in quanto strumenti che non si erano mai dimostrati efficaci ne' come elementi comunicativi ne' come sistemi  per raggiungere obbiettivi prefissati. Le mie conoscenze Olistiche, mi hanno permesso di andare oltre. Tuttavia con soli 10 minuti a disposizione,  ho scartato elementi e considerazioni cliniche, dedicandomi soltanto all'aspetto mediatico e comunicativo.
Oggi non nascondo la soddisfazione per tale normativa, che sancisce non certo  una difesa contro un pericolo per la salute del cittadino, ma quella del buon costume  e della buona educazione. La soddisfazione per tale sobria normativa legislativa, e' probabilmente diversa dalle reali motivazioni della stessa.
Non ho mai creduto che la sigaretta fosse motivo di cancro, e non e' stato mai dimostrato. A supportare invece questa correlazione, soltanto sterili interpretazioni statistiche, che chiaramente non possono essere tenute in considerazione in quanto non rispettano i criteri della Medicina Scientifica, per la quale da Galileo in poi un qualcosa deve essere dimostrato, non solo, ma la situazione da dimostrare deve ripetersi ogni volta che si debba dimostrare: in sostanza l'evento da riprodurre deve essere verificabile.
Con il sistema della metodologia scientifica, il teorema fumo=cancro, crollerebbe immediatamente.
Non ci si puo' appellare alla metodologia scientifica quando fa comodo (vedi Omeopatia) e far finta di nulla in altre scottanti realta'. Non si si spiega, difatti, come sia possibile che molti si ammalino di cancro senza essere fumatori, e fumatori accaniti non abbiano il cancro, nemmeno in tarda eta'. Potremo al massimo pensare che, il fumo potrebbe essere una concausa verso un tipico cancro, quello al polmone. Ma questa considerazione non e' nemmeno stata dimostrata.
In Grecia dove il consumo di sigarette per singolo cittadino e' piu' alto (supera le 3000 sigarette annue), malattie tumorali e cancro al polmone sono meno frequenti e i piu' bassi in assoluto! In Europa, Italia compresa, il tasso di consumo di sigarette non supera le 1800 unita' per singolo cittadino fumatore, ed il tasso di malattie tumorali e di cancro al polmone e' molto maggiore di quello greco. Chiaramente, il rapporto esprime una media tra i consumi massimi e i consumi minimi di sigaretta. Non si puo' che asserire che la verita' continua a brancolare nel buio piu' assoluto.
Allora nel tentativo di non far smarrire la popolazione, ci si inventa un qualcosa tanto per fare fumo negli occhi,  che faccia credere che qualcuno si interessi della salute altrui, salvo poi  interessarsi sul fumo attivo e passivo e della loro tossicita' mai provata, e far finta di nulla sulla miriade di altre fonti che sono cause provate di danni alla salute, e induttori di cancro. Ambiente, acque, terreni, aria, sono soltanto un piccolo esempio.
Credo che l'intervento del ministro Sirchia debba essere considerato soltanto nel rispetto e nella sensibilita' verso coloro che non sopportano il fumo, ma ritengo che l'educazione ed il buon costume non possano essere insegnate o imposte per legge.
Maliziosamente traggo da questa legge una logica che va ben oltre i confini del pensiero di un innocente cittadino benpensante. La avverto quale vettore che possa affermare gli insuccessi patenti di un campo medico poco conosciuto, quello dell'Oncologia.
Se nell'ideazione profonda dei due ministri Veronesi e Sirchia, e' banelato questo tentativo, forse lo potremo comprendere, ma con certezza sara' un terribile buco nell'acqua.
L'unica risorsa possibile contro il cancro e' la Medicina Naturale.
 
 
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