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Salute Italia. Prevenzione giusta, camminare e sana alimentazione
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Medicare? di Giuseppe Parisi
27 settembre 2010 10:34
 
Un tempo, per le caratteristiche di universalità, l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanita') la considerava tra le migliori al mondo. Le faccende in seguito cambiarono. I fenomeni di peculato e corruzione si ampliarono.
Tuttavia, anche le consuetudini del cittadino, lasciavano a desiderare: ognuno aveva la “farmacia di casa” nutritissima e sempre con farmaci pronti alla pattumiera perché in scadenza.
Ad esempio, nel ventennio 1970-1990, Big Pharma, con le diverse aziende e multinazionali, realizzò in Italia, un’impennata di vendite.
A ogni anno, sul tavolo del medico erano sostituite, almeno cinque nuove specialità farmaceutiche in “sostituzione di farmaci migliorati”, una falsità, della quale subiremo i guasti così come le generazioni future.
Oggi le faccende sono cambiate.
Le multinazionali hanno margini d’investimento sufficientemente bassi per non avventurarsi nella "progettazione" di nuove specialità farmaceutiche. Inoltre, è cresciuto il “divide” tra la progettazione della farmaceutica e quella della tecnologia diagnostica, quest’ultima a discapito della prima.
Oggi i grandi costi della sanità per buona parte sono per le tecnologie diagnostiche, sempre più raffinate e pertanto dispendiose: sono realmente efficaci?
Non serve a molto diagnosticare una patologia quando, dopo, non si può guarire.
Gli “ipocondriaci” che ricorrono a esami diagnostici a tappeto, forse si sentiranno più rassicurati, peccato però che questi esami non serviranno a molto.
Vi sono tre esami diagnostici realmente utili, la mammografia, il PAP
Test, e, la copro coltura. Tuttavia, recentemente la mammografia è
stata posta sotto accusa con il forte sospetto di incrementare le
probabilità di cancro alla mammella.

Vi sono tre esami diagnostici realmente utili: la mammografia, il PAP Test e la copro-coltura. Tuttavia, recentemente la mammografia è stata posta sotto accusa con il forte sospetto di incrementare le probabilità di cancro alla mammella.
Il PAP Test va fatto almeno ogni due anni dopo i venticinque anni, e la “copro-coltura”, per la ricerca di sangue occulto nelle feci, almeno ogni due anni dopo il cinquantesimo anno di età. In caso di “positività” è buona norma non preoccuparsi: i casi di “falsi positivi” non mancano, è importante ripetere assolutamente l’esame, il rischio di creare semplicemente stress nei pazienti è alto.
Vi sono poi test diagnostici che creano stress e che servono a poco: spinte da “campagne di sensibilizzazione” che si muovono soprattutto sui media nazionali, dove dietro la “sensibilità” dell’interesse per la salute del cittadino si nasconde quella della multinazionale farmaceutica.
Ad esempio una di queste, coincide con la “festa del papà”, promossa da una società farmaceutica e dall’associazione urologi Italiani: il test diagnostico alla prostata.
E sono in pochi a conoscere che nella popolazione, già a cinquantanni, il 35% ha un cancro alla prostata, e a ottanta anni, la percentuale è al 70%: ognuno di questi morirà con il cancro alla prostata, e non per il cancro alla prostata.
Oltre il 93% del cancro alla prostata non si evolve, quindi scoprirlo è inutile, intervenire può rovinare la vita, tra gli aspetti più drammatici l’impotenza sessuale.
Semmai favorire una seria cultura di prevenzione cominciando sin da ragazzi, l’uso del profilattico.
Studi pubblicati su importanti riviste del settore hanno rilevato che proprio in rari casi di cancro maligno alla prostata, nelle cellule era presente un “gamma-retrovirus” lo stesso che nei topi si era visto cagionare leucemie.
Altro esame inutile è il mineralogramma, chiamato anche esame della densità ossea, anche questo mosso da campagne di sensibilizzazione con l'interesse mascherata della società farmaceutica. Non giova a nulla la probabilità di fratture nei soggetti colpiti da osteoporosi e trattati. Farmacologicamente sono pari ai soggetti non trattati, se non quando il paziente non faccia una vita normale, con una dieta equilibrata e non
abbia difetti di assorbimento.
Vi sono altri e clamorosi casi di esami diagnostici inutili e costosi che servono a incrementare i fatturati delle aziende del farmaco a discapito delle tasche del cittadino.
Chi fa vigilanza e programma le politiche sanitarie dovrebbero da subito investire ingenti somme su quello che più di tutto giova alla salute pubblica: la prevenzione.
La prevenzione s’inizia ancor prima della nascita del bambino, stili di vita e nutrizione sana, genereranno modificazioni e informazioni che influenzeranno tutta la struttura biologica del nascituro e quella del successore.
Esistono semplici regole, per mantenersi il più possibile in buona salute. Test diagnostici stressanti e costosi non giovano a niente.
Il primo consiglio è di rimanere magri tutta la vita. Mangiare poco e solo quando si abbia realmente fame, e non perché si è giunti all’orario. Sovrappeso, e peggio obesità, è scientificamente causa di patologie generali, non solo quelle metaboliche, ma anche il cancro. Fare attività sportiva, che non significa -come fanno credere- estreme ore in palestra. E’ sufficiente camminare, una passeggiata di quaranta minuti a passo deciso vi manterrà in buona salute; passare quanto possibili ore all’aria aperta, non meno di dodici ore complessive settimanali; è stato provato che nei bambini, ad esempio, questo previene la miopia.
Osservare e curare la dieta, scartando “cibi spazzatura”, patatine, ecc; ridurre insaccati e carni e favorire verdure e frutta, cereali e legumi, stando attenti alla conservazione di questi, perche' alcune muffe contengono potenti cancerogeni; limitare l’alcool, un consumo minimo, il bicchiere di vino o la lattina di birra sfrutta l’effetto protettivo sul metabolismo, oltre tali dosi è dimostrato essere cagione di predisposizione al cancro; ridurre drasticamente il consumo di sale e preferire quello iodato, migliora molto la pressione sanguigna e quindi il funzionamento del sistema cardiocircolatorio; cambiare e variare il più possibile la dieta, per assumere tutti i nutrienti dei quali l’organismo necessita, evitando i preparati chiamati “integratori” se non sotto specifica prescrizione medica; non fumare: aumenta drasticamente la mortalità dell’individuo.
I responsabili delle programmazioni sanitarie fanno poco nel programmare investimenti per la prevenzione della salute pubblica.
Rimane un ultimo fattore, che è il più importante: la diseguaglianza economica e culturale.
Studi epidemiologici-statistici, hanno rilevato la grande differenza di morbilità soprattutto tra le popolazioni del “sud del mondo” rispetto a quelle del “nord”; ma anche semplicemente a Torino tra chi vive nella zona “Mirafiori” rispetto a quelli delle colline circostanti, differenza di almeno cinque anni e maggiore morbilità; mentre a Londra si sale a ben quindici, tra la periferia e le zone residenziali lussuose.
Ancora studi scientifici hanno dimostrato come la bassa cultura e, soprattutto, il disinteresse culturale sia cagione di alta morbilità patologica e d’incrementata mortalità.
Basterebbe ad esempio aumentare gli anni della “scuola dell’obbligo” per ridurre drasticamente tali fenomeni.
La conoscenza e la cultura, inoltre, permettono la capacità di discriminare e di scegliere le situazioni migliori, agendo su scelte e comportamenti nella vita che eludono il senso di smarrimento, d’insicurezza, d’impotenza, di stress, di ansia delle popolazioni più disagiate.
 
 
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