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L’acqua tra ricchezza e poverta'
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Medicare? di Giuseppe Parisi
17 agosto 2010 10:02
 
"L'acqua è un diritto umano fondamentale e universale. L'accesso all'acqua potabile e all'uso igienico è un diritto umano universale, insindacabile, inviolabile”.

Il nuovo programma delle Nazioni Unite per il controllo e la verifica del tasso di povertà delle popolazioni si chiama "IMP", “indice multidimensionale di Povertà” e, secondo gli esperti dell’ONU, ad esempio, in otto Stati dell’India e' più alto che in diversi Paesi africani: 480 milioni d’individui contro 421.
Gli esperti Onu al lavoro stanno già adottando l'Imp per progetti di difesa e aiuto alle popolazioni.
La nuova unità di misura, attraverso multi-fattori variabili, osserva la vita quotidiana delle popolazioni. Ad esempio, il diverso fattore di povertà è determinato da indici quali: l’accesso all’istruzione, all’acqua, alle cure sanitarie, nonche' altri cofattori in una scala di valutazioni con diverse priorità.
Le multi-fattorialita’ e le variabili del tenore di vita, e quindi del tasso di ricchezza e povertà, sono divenute diverse rispetto ai parametri precedenti che consideravano il tenore di vita solo attraverso il reddito pro-capite quotidiano. Ad esempio, fino ad alcuni decenni fa, almeno apparentemente, nessuno degli esperti di geopolitica internazionale aveva sospettato che l’acqua sarebbe divenuta indice di ricchezza. Oggi si sa che per l’acqua occorreranno, nel breve futuro, nuove e sanguinose guerre.
Dal nostro punto di osservazione, riteniamo che presto l’ONU, nella valutazione di ricchezza e poverta', dovrebbe considerare anche i rischi legati al “dissesto idro-geologico” di un territorio, soprattutto associandolo ai “cambiamenti climatici” che, come accade proprio in questi giorni in Pakistan e in parte dell’Europa settentrionale, sono tutt'altro che marginali e poco frequenti. Su tali emergenze, ben documentate da studi scientifici, avversano i negazionisti, sovente l’altra faccia delle multinazionali interessate a mascherare le evidenze. A essere più vulnerabili saranno i Paesi in via di sviluppo, ma anche le aree del mondo dove esiste un notevole dissesto idro-geologico, come il territorio italiano. Il Governo italiano ha previsto una serie di investimenti in merito, vedremo come, quando e dove li fara' fruttare.  Per l’acqua, intanto, il governo “del fare” ha fatto anche meglio: il “decreto Ronchi”.
Per tale decreto legge l’acqua non è un bene universale, bensì merce comune soggetta alle mere regole dell’economia.
Straordinariamente, questo decreto ha smosso le coscienze, movimenti di libere persone, associazioni e cittadini comuni in una raccolta di oltre due milioni di firme referendarie, come non era mai accaduto prima nella storia della Repubblica Italiana.
Alla fine dello scorso mese di luglio, nella notte tra il trenta e il trentuno, all’ONU, in una risoluzione che farà la storia, si è sancito: "L'acqua è un diritto umano fondamentale e universale. L'accesso all'acqua potabile e all'uso igienico è un diritto umano fondamentale”. La risoluzione, non vincolante, è passata con il voto favorevole di 122 nazioni, nessun contrario e quarantuno astensioni. L'inserimento nella Dichiarazione dei diritti umani è un passo decisivo per affrontare la questione sempre più urgente della mancanza di risorse idriche sufficienti per centinaia di milioni di persone nel pianeta. Secondo le stime fornite dall'ONU, ogni anno 1,5 milioni di bambini sotto i cinque anni muore per malattie legate alla mancanza d'acqua o per strutture igieniche carenti, mentre sono 884 milioni quelli che non hanno accesso all'acqua potabile, e 2,6 miliardi vivono in condizioni igieniche sanitarie deficitarie.
Il governo Italiano dorme.
Saremo noi cittadini a svegliarlo nella primavera del 2011.
Sempre se reggerà.

Approfondimenti
Ne avevamo parlato diversi anni fa: L’acqua tra passato e futuro
 
 
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